Studio di: Britta Schünemann, Judith Keller, Hannes Rakoczy, Tanya Behne & Juliane Bräuer
Quando i cani interagiscono con gli umani, spesso mostrano reazioni appropriate all’azione intenzionale umana. Ma non è chiaro da queste osservazioni quotidiane se i cani rispondono semplicemente ai risultati dell’azione o se sono in grado di discriminare tra diverse categorie di azioni. I cani sono in grado di distinguere le azioni umane intenzionali da quelle non intenzionali, anche quando i risultati dell’azione sono gli stessi?
Nello studio condotto dalla University of Göttingen la capacità dei cani di discriminare queste categorie di azioni adattando il cosiddetto paradigma “Non volenti vs. incapaci”. Questo paradigma confronta le reazioni dei soggetti al comportamento umano intenzionale e non intenzionale. Tutti i cani hanno ricevuto tre condizioni: nella condizione di non volere, uno sperimentatore ha intenzionalmente negato loro una ricompensa. Nelle due condizioni di inabilità, ha involontariamente trattenuto la ricompensa, o perché era maldestra o perché le era fisicamente impedito di dare la ricompensa al cane.
I cani distinguevano chiaramente nel loro comportamento spontaneo tra condizioni di non volere e di non essere in grado. Ciò indica che i cani distinguono effettivamente le azioni intenzionali dal comportamento non intenzionale.
Sarà per questo che hanno sempre la capacità di incontrare l’essere umano esattamente per quello che è e non per quello che sa fare?
Quanto abbiamo da imparare per raggiungere questa semplicità?